
Arriva a Torino il primo negozio temporaneo di Shein. Il colosso cinese di fast fashion ha scelto il capoluogo piemontese come location per l’apertura del primo store temporaneo. Sarà disponibile fino al 26 marzo.
Un evento più unico che raro visto che di solito Shein vende solo online. Con questa iniziativa da modo ai suoi acquirenti, soprattutto adolescenti della cosiddetta Generazione-Z, di fare shopping in un negozio reale. Toccare e provare i vestiti con mano e non tramite un e-commerce. La scelta è molto ampia, dall’abbigliamento al beauty, con aree specifiche per tutti i settori, forniti di ogni prodotto vogliate e/o desideriate.
Il negozio temporaneo di Shein a Torino si trova in Piazza Carlo Felice 15. È aperto dalle ore 10.00 alle 19.00 e il pubblico avrà tempo fino a domenica 26 marzo per visitare lo store.
Chi è Shein

Shein è un’azienda di vendita online di fast fashion cinese[3], fondata nel 2008 da Chris Xu a Nanchino. Per fast fashion (letteralmente moda veloce) si intende la capacità di alcune aziende di immettere sul mercato un prodotto in tempi molto brevi. Aziende di fast fashion sono anche Zara, H&M o Primark. In questi store infatti si trovano collezioni e prodotti nuovi diversi di settimana in settimana.
Rapido, veloce, nuovo. Così è Shein. Solitamente rivende prodotti solo ed esclusivamente online, ma da poco ha dato avvio a un’iniziativa che prevede aperture di negozi temporanei un po’ in tutta Italia. Nel 2022 fece lo stesso a Milano. Ora Torino e così in altre città italiane per un tour che fa impazzire gli amanti dello shopping ma che fa anche discutere.
Il problema della moda veloce

L’iniziativa trova alcuni in disaccordo. Non contro Shein in particolare ma sull’impatto che questo modo di lavorare ha sulle persone che producono ciò che le aziende vendono e sull’ambiente. I prodotti di questi brand di fast fashion hanno spesso prezzi davvero molto bassi. E questo si ritorce contro il lavoratore che produce gli articoli in quanto viene pagato davvero una miseria. Sottoposti frequentemente a orari massacranti, i dipendenti di queste aziende sono sfruttati e, appunto, sottopagati.
E oltre a ciò si aggiunge l’impatto ambientale che questo modo di fare abbigliamento ha sul territorio per lo spreco di risorse idriche ed emissioni di CO2.
Inoltre, tempo fa Shein è finita nell’occhio del ciclone per la presenza di sostanze dannose (usate per la lavorazione dei tessuti) sui prodotti che vendeva. Dannose sia per chi produce i capi, sia per chi li indossa.
Shein rappresenta la novità e si vede dalla fila che il negozio ha avuto a Torino all’inaugurazione mercoledì 22 marzo. Essere alla moda piace un po’ a tutti. Ma sarebbe il caso, a volte, di porsi la domanda se ne vale davvero la pena.