L’approccio sperimentale a Valencia
I lavoratori di Valencia possono festeggiare. Ad aprile 2023 infatti nella solare città spagnola ci sarà la settimana lavorativa corta. Nel 2023 il mese di aprile comprenderà il venerdì santo (7 aprile, giorno festivo regionale), il lunedì di Pasqua (10 aprile, giorno festivo regionale), San Vicente Ferrer (17 aprile, giorno festivo locale) e il 24 aprile (nuovo giorno festivo che sarà approvato dal Comune). A questi giorni non lavorativi si aggiunge la Festa del lavoro (1° maggio). 5 giorni festivi consecutivi saranno utilizzati per trarre conclusioni su un’eventuale settimana lavorativa di 4 giorni e 32 ore.
E per quanto riguarda Torino?
Intesa Sanpaolo sta studiando con i sindacati la settimana di lavoro corta (36 ore). Quindi i lavoratori della banca potrebbero lavorare 4 giorni a settimana, senza variazioni sullo stipendio. L’azienda torinese Advice ha invece cambiato modo di lavorare grazie a un accordo con il sindacato: smart working al 100% e uscita anticipata alle 13 il venerdì.
Anche in altre città italiane stanno avvenendo dei cambiamenti: a Milano la Mondelez International ha ideato il modello Workplace of the Future. I dipendenti possono scegliere di distribuire il lavoro su 4.5 giorni lavorativi, di lavorare dagli uffici e di usufruire di due giorni di smartworking a settimana (più due al mese). Inoltre, hanno la possibilità di organizzare le ferie a piacimento, senza chiusure imposte dalla società.
Con questo modello il gruppo statunitense immagina benefici sia per i dipendenti che per l’ambiente, riducendo l’impatto dei trasporti con lo smartworking. La settimana corta, come spiega la società, può migliorare il benessere della persona grazie a una migliore gestione del tempo libero.
Altre imprese seguiranno questi esempi? Attendiamo con curiosità…